Perché c’è qualcosa nel modo in cui un computer parla, pronunciando male tutto. Molto poco rock, questo tipo di malinconia volubile che aleggia sullo spettacolo. Ci piace stare in studio e guardare le cose che si incontrano, ma la fiducia diventa un problema più grande di prima, con i budget che si frazionano, i confini devono racchiudere, non tagliare, i percorsi rilevanti per qualsiasi tipo di soluzione. Eppure non molto di questo conta per lo spettacolo, dal momento che gli effetti immaginari hanno cambiato l’ordine delle cose, prima un’oscenità da una bocca, poi si sperimenta un viso mostruosamente seducente. Andando avanti, tra le fenditure dell’attenzione, sperimentiamo una certa umiltà, che è opportuna, temperata dalla dignità o dalla gioia di far parte di qualcosa di più grande. Una parte, se vuoi, di Dio.
a Édouard Montassut, Parigi
fino al 17 dicembre 2022