La mostra collettiva “all’alba” traccia connessioni tra le tecniche di produzione dell’immagine e il lavoro sociale e politico che va nell’immaginare alternative a quello che il defunto pensatore cubano-americano José Esteban Muñoz chiamava il nostro presente “velenoso e insolvente”. Lo spettacolo cerca di esprimere un senso dell’orizzonte utopico dell’arte, uno spazio generativo di desiderio, sperimentazione e relazionalità queer in linea con quello che ha descritto come “tempo estatico”.
Le trenta opere in mostra spaziano da performance video, film, fotografie, video sculture e documentazioni di Land art a installazioni di immagini in movimento e poesie. Le opere storiche che mettono in primo piano la materialità e il processo di Nancy Holt (e Holt con Robert Smithson), Joan Jonas, Mary Lucier e Anthony McCall si collegano alle preoccupazioni formali e concettuali di opere più recenti di artisti tra cui Heike Baranowsky, Rosa Barba, Carol Bove e Gippe Hein. Questi dialogano con questioni di desiderio e identità nelle opere del collettivo DIS, Barbara Hammer e Wolfgang Tillmans, così come nell’ode di sessantanove minuti di AK Burns e AL Steiner alla sessualità queer inCentro di azione comunitaria(2010). In quella che sarà la più grande presentazione europea del lavoro dell’artista fino ad oggi, quattro grandi installazioni video di Jacolby Satterwhite fondono la pratica performativa dell’artista con un paesaggio onirico CGI per esplorare il rituale queer e il potenziale politico del software. Due video sculture di Nam June Paik possono essere viste come precursori del sovraccarico di immagini animate di Satterwhite.
La mostra include anche un aggiornamento della sala di lettura di Cassandra Press installata al JSC Berlin dal 2021, uno spazio discorsivo in cui i visitatori possono approfondire la borsa di studio nera su temi come la doppia coscienza, la performatività e le riparazioni. Le registrazioni audio di poesie di Precious Okoyomon sono incastonate all’esterno dell’edificio, mentre Cauleen Smith contribuisce non solo con un video ma anche con un’installazione,Cielo Impara il cielo(2022), trasformando l’edificio in un’opera d’arte duratura. Come quello della mostra, il titolo dell’installazione è mutuato da un detto di Alice Coltrane, conosciuta nella sua vita spirituale come Swamini Turiyasangitananda: “All’alba, siediti ai piedi dell’azione. A mezzogiorno, sii per mano del potere. Alla sera, sii così grande che il cielo imparerà il cielo.
Come e dove collocare l’utopico nella vita quotidiana e nell’arte? Perché è importante continuare a immaginare altri modi di essere, altre temporalità, altri spazi, anche se sembra ingenuo farlo considerando la violenza che definisce lo status quo? “all’alba” offre esempi di come gli artisti si ritagliano enclavi spirituali, psicologiche e fisiche che richiedono “qualcos’altro, qualcosa di meglio, qualcosa che nasce”.
a COLLEZIONE JULIA STOSCHEK, Berlino
fino al 4 dicembre 2022