Auguste Renoir, Femme nue dans un paysage (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)
Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir condivisero un’amicizia matura, nata dopo i 40 anni, accomunati da tappe condivise e giovani insuccessi, uniti da un percorso parallelo e distinto al tempo stesso.
Entrambi trascorsero gli ultimi anni di vita tormentati da gravi malattie, nel caso di Renoir addirittura deformanti. Se Cézanne annunciava di voler morire dipingendo, l’amico e collega attraversò in maniera drammatica la prima guerra mondiale nella quale rimasero feriti i suoi due figli soldati, mentre lui, imprigionato su una sedia a rotelle da un’artrite progressiva, si vide da vecchio costretto a farsi legare i pennelli alle mani per ritrarre donne sorridenti tra la luce abbagliante della Costa Azzurra.
Adesso i due campioni della pittura, espressioni dell’antico e del presente, della tradizione e dell’innovazione, lontani e vicini al tempo stesso, si ritrovano a Palazzo Reale, a Milano, a 150 anni da quel 15 aprile del 1874 che, al 35 di Boulevard des Capucines, assistette a Parigi, nello studio di Gaspard-Félix Tournachon (noto come Nadar per l’abitudine che aveva di aggiungere la desinenza -dar al termine di ogni parola), alla nascita dell’Impressionismo.
Dal 19 marzo al 30 giugno l’avventura umana e artistica di questi due personaggi che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo, influenzando le future generazioni di artisti, si racconta nella mostra Cézanne / Renoir. Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay, a cura di Cécile Girardeau e Stefano Zuffi.
Paul Cézanne, Trois baigneuses (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze)
“Mentre nel 2024 festeggiamo i 150 anni del movimento impressionista, sono lieto di aprire le porte di Palazzo Farnese per presentare una mostra con la quale Francia e Italia si uniscono attraverso la passione comune per la cultura – ha detto Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia, nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra, svoltasi a Roma, a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia -. Paul Cézanne, un nome predestinato che dicono provenga dal toponimo “Cesana”, non venne mai in Italia, ma la sua opera ha, nella luce della sua Provenza, molto della luce dell’Italia, e ha sicuramente ispirato grandi artisti italiani del Novecento. Renoir invece disse, dopo il suo viaggio di circa due mesi in Italia, di avere capito qui “che cos’è la pittura”, visitando tra l’altro Roma, Venezia, Napoli o Palermo”.
L’esposizione – una mostra di Palazzo Reale, Comune Milano – Cultura, Skira Arte, Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, con il patrocinio di Ambassade de France en Italie – affiderà a 52 capolavori la missione di offrire uno spaccato del lavoro dei due artisti, dalle prime tele degli anni settanta dell’Ottocento alle prove più mature dei primi del Novecento. Si tratta dei capolavori riuniti dal mercante d’arte Paul Guillaume e, dopo la sua morte, dalla moglie Domenica, tutti conservati presso la sede prestigiosa del Musée de l’Orangerie di Parigi, affiancati da una selezione di opere dei due maestri provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi e da due tele di Pablo Picasso.
Auguste Renoir, Jeunes filles au piano (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)
“Renoir e Paul Cézanne – spiega la curatrice Cécile Girardeau – si affermano come due tra i più grandi maestri della pittura francese tra l’ultimo quarto del XIX e i primissimi anni del XX secolo. Già negli anni sessanta del XIX secolo, a Parigi, i due strinsero un’amicizia, mista ad ammirazione reciproca, che durò nel tempo. Ad esempio, tra il 1880 e il 1890, Renoir trascorse diversi periodi a casa di Cézanne nel sud della Francia. Molti sono i punti di contatto tra le opere dei due maestri. Paesaggi, nature morte, ritratti, nudi, così come le grandi bagnanti dipinte in età matura, sono stati campi di sperimentazione comuni per i due pittori. L’osservazione del modello e della natura, unita all’aspirazione di raggiungere un’essenza senza tempo, ha permesso a entrambi di incarnare una forma di modernità classica. Numi tutelari per le nuove generazioni di pittori, le loro opere hanno lasciato una eredità profonda nel XX secolo”.
E se Milano, come ha sottolineato Vittorio Sgarbi, diventa anche grazie a questa mostra, “un prolungamento di Parigi e della Francia tutta”, mostrando a Palazzo Reale l’universale stagione della modernità, la città si prepara ad accogliere 50 mostre per il prossimo triennio.
“Oltre un milione e trecentomila visitatori – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi – hanno raggiunto Milano per vedere le esposizioni ospitate in città, facendo registrare un incremento del 40%. Con questa mostra, grazie alla collaborazione con il Musée de l’Orangerie e il Musée d’Orsay di Parigi, raccontiamo i punti di contatto e le differenze tra due giganti dell’Impressionismo. Non ci siamo accontentati di un allestimento preconfezionato ma, grazie a un appassionato gruppo di lavoro, abbiamo voluto restituire al pubblico un qualcosa di unico”.
Partendo dai loro dipinti più noti e apprezzati, la rassegna seguirà le diverse traiettorie che i due autori seguirono lungo le rispettive carriere: più rigorosa e geometrica quella di Cézanne, più rotonda e armonica quella di Renoir.
Il percorso segnalerà i punti d’incontro di questi due itinerari, sviluppati in parallelo alla nascita di una sincera amicizia, iniziata già nel 1860, che sfociò in un’ammirazione reciproca, portando i due maestri a porsi interrogativi comuni e a coltivare un interesse condiviso per alcuni generi, come la natura morta, il paesaggio, il ritratto e il nudo.
Paul Cézanne, Portrait de Madame Cezanne (© 2024 RMN-Grand Palais / Hervè Lewandowski / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze)
Questo dialogo tra l’opera di Cézanne e quella di Renoir incarna la naturale estensione dello scambio intrapreso dai due nell’atelier di Charles Gleyre all’inizio delle rispettive carriere.
“Renoir e Cézanne – anticipa Sefano Zuffi – sono quasi coetanei: entrambi nati in provincia, ma con origini familiari e sociali molto differenti, partecipano alla fatidica mostra del 1874 che sancisce la nascita dell’Impressionismo. Inizia così una frequentazione che diventerà più avanti, nel decennio successivo, un’imprevedibile assiduità, un’amicizia tra due artisti ormai ultraquarantenni. Diversi per carattere, indole, stile e orizzonti esistenziali, Cézanne e Renoir si trovano tuttavia ripetutamente vicini, tra il 1883 e il 1889, con soggiorni condivisi e periodi di permanenza tra Provenza e Costa Azzura”.
Un allestimento, che segue un criterio tematico, consentirà di apprezzare la loro evoluzione stilistica che li guiderà verso soluzioni estetiche assai diverse, un dialogo in cui la calda espressività di Renoir si contrappone alla precisione analitica di Cézanne. I paesaggi come Paysage de neige di Renoir e Arbres et maisons di Cézanne sfileranno accanto alle nature morte, Fleurs dans un vase di Renoir, e Le Vase bleu di Cézanne. La sensualità delle pesche vellutate, delle fragole rosse, delle pere rosate, sature di sole e disposte su soffici tovaglie di Renoir, si contrappone ai frutti sodi che Cézanne circonda di nero ponendoli su tavoli spogli dagli spigoli netti. Se i ritratti di Renoir, come Claude Renoir en clown sono connotati da un’atmosfera di dolcezza, tenerezza,serenità, le figure di Cézanne – come le Portrait de Madame Cézanne – appaiono distanti e poco sorridenti, talvolta quasi astratte. Eppure, nonostante le differenze, i due hanno condiviso il medesimo destino, trasformandosi, ancora in vita, nei numi tutelari dei maestri che, nel corso del Novecento, hanno continuato a sviluppare e rielaborare il frutto della loro sperimentazione.
Auguste Renoir, Paysage de neige (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)
A chiudere il percorso sarà una sezione che documenta l’impatto decisivo che Renoir e Cézanne ebbero sulla successiva generazione di pittori, attraverso il confronto con due dipinti di Pablo Picasso, Grande nature morte e Grand nu à la draperie.
La mostra, accompagnata da una pubblicazione Skira Arte, si avvarrà di programma didattico indirizzato alle scuole e alle famiglie.
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