La pratica di Taguchi prevede la scoperta di presenze metafisiche nel tempo e nello spazio attraverso opere monocromatiche con strutture multistrato. Ad esempio, nelle opere create sovrapponendo fotografie a esposizione multipla dei propri dipinti e sculture, disegnando a olio sulle fotografie stampate e poi rifotografandole, esplora lo stesso territorio e opera allo stesso livello di una pittrice che trascorre molto tempo ore davanti a una tela, nonostante il mezzo sia la fotografia.
Il lavoro di Taguchi include spesso anche riferimenti a opere d’arte passate e l’applicazione di immagini preesistenti, come foto trovate anonime e ritagli di riviste. L’atto di cercare di interpretare il simbolismo delle immagini raccolte dal passato è informato dal Mnemosine Atlas di Aby Warburg. L’artista raccoglie i significanti degli spazi costellati della memoria da molteplici cornici temporali e frammenti di corpo in queste immagini ritrovate, a volte restaurandole, a volte reintroducendole nelle proprie opere, con l’obiettivo di moderare e incorporare il caso nello spazio-immagine.
“A Quiet Sun” è composto da un corpo di opere d’arte create per questa mostra e da fotografie trovate raccolte da Taguchi. Miti e ricordi anonimi prendono vita attraverso le azioni e le sensazioni tattili di varie presenze corporee conservate nella gelatina d’argento. Un approccio audace ma delicato al layout della mostra, che utilizza una forte luce naturale che inonda la galleria, al fine di rivelarne l’architettura, riallineare lo spazio e impregnarlo di più strati, è in parte uno sforzo di Taguchi per interpretare i problemi nella produzione fotografica da diverse angolazioni. Che tipo di luce emergerà dall’immobilità, quando questo corpus di fotografie forma un caleidoscopio di immagini nel diluvio di un sole tranquillo?
a Ginza Maison Hermès Le Forum, Tokyo
fino al 30 settembre 2022