Nel 1957, gli scienziati cinesi Lee, Yang e Wu scoprirono che lo spazio è simmetrico, stabilendo che è possibile in qualsiasi punto del cosmo definire nord e sud, destra e sinistra. Sebbene gli antichi navigatori sapessero come orientarsi guardando il cielo e leggendo il movimento delle stelle, la scoperta che è valsa loro il premio Nobel rappresenta una svolta epocale: tutto ciò che è posizionato nello spazio è da attribuire a un punto e una direzione precisi , non importa cosa.
Mentre la scoperta di Lee, Yang e Wu stabilisce una volta per tutte l’univocità dello spazio, è impossibile stabilire un punto di vista globale per leggere la complessità polifonica della storia. Borges racconta che quasi trecento anni dopo, Pierre Menard tenta di riscrivere parola per parola il Don Chisciotte di Cervantes. Come lo spagnolo Cervantes prima di lui, scrisse: “. . .La verità, la cui madre è la storia, emula il tempo, depositario delle azioni, testimone del passato, esempio e notizia del presente, monito del futuro”. Lo leggiamo oggi come Menard ai suoi tempi, ma il significato non è mai lo stesso e il punto di vista si trasforma continuamente. Anche se l’immagine tra il Don Chisciotte di Cervantes, il racconto di Menard, Borges e noi rimane speculare, lo spazio della storia è difficilmente simmetrico. Nord e sud non esistono.
Oggi la “storia” è un concetto impossibile che resiste alle conseguenze della modernità e della sua concezione progressiva e teleologica della storia. Forse abbiamo bisogno di immaginare storie che coesistono nello spazio e nel tempo, riflettendo la moltitudine di soggettività che prendono il posto delle grandi narrazioni.
“Keep on Moving: Tales from the Morra Greco Collection” è l’istantanea di un momento storico tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Le opere degli artisti in mostra pongono domande incessanti sulla contemporaneità facendo luce sulle strutture di potere incorporate nelle narrazioni e nelle ideologie che influenzano la nostra esperienza della realtà e della storia. Le opere in mostra si interrogano come opere d’arte e interrogano ora in modo antagonistico, ora ironicamente, la società, le istituzioni, il linguaggio, la cultura materiale e il rapporto dell’essere umano con la natura attraverso la fotografia, l’immagine in movimento e la pittura o la scultura, l’installazione, i mobili e l’architettura .
A cura di Giulia Pollicita.
a Fondazione Morra Greco, Napoli
fino al 30 novembre 2022