Definanziamento al cinema e all’audiovisivo
Relativamente agli interventi operati in Sezione I, che determinano complessivamente una diminuzione di 51,7 milioni di euro si evidenzia che l’Articolo 1 comma 538 LB riduce, a partire dal 2024, il finanziamento minimo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo di 50 milioni di euro annui, facendolo passare da 750 milioni di euro a 700 milioni di euro. Il capitolo 8599 dello stato di previsione del MiC, denominato “Fondo per lo sviluppo degli investimenti del cinema e dell’audiovisivo” viene, quindi, ridotto di 43 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 (la restante riduzione di 7 milioni di euro annui, a decorrere dal 2024, risulta iscritta nel cap. 7765 dello stato di previsione del MEF, denominato “Somma da accreditare alla contabilità speciale 1778 “Agenzia delle entrate – fondi di bilancio”).
Tax credit per il cinema
L’Articolo 1, comma 538 LB, modifica l’Articolo 13, comma 2 della “Legge Cinema” (L. n. 220/2016) riducendo la dotazione del Fondo per il cinema e l’audiovisivo. La Legge è ulteriormente modificata nella parte relativa al tax credit e ad essere modificati sono i parametri. Per opere cinematografiche e audiovisive l’Articolo 1, comma 54 LB lascia l’aliquota del credito d’imposta al 40% ma, si legge, «è fatta salva la possibilità, nello stesso decreto, di prevedere aliquote diverse o escludere l’accesso al credito d’imposta in base a quanto previsto dall’articolo 12, comma 4, lettera b) (che indica gli obiettivi e le tipologie di intervento n.d.r.) ovvero prevedere aliquote diverse in relazione alle dimensioni di impresa o gruppi di imprese, nonché in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile, ferma rimanendo la misura massima del 40 per cento». È previsto, nel modificato articolo 17, a favore delle piccole e medie imprese un’aliquota massima fino al 60%. È aumentato fino al 40% il credito d’imposta sui costi di funzionamento delle sale cinematografiche per esercenti grandi sale, per le piccole e medie il credito può arrivare fino ad un massimo di 60%.
Altri finanziamenti e rifinanziamenti
Si segnalano, inoltre, gli interventi previsti all’Articolo 1, comma 407 LB a mezzo del quale gli uffici territoriali del MiC potranno accelerare il processo di ricostruzione di chiese o altri edifici – come previsto dall’articolo 11, comma 11-bis, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125 – delegando attraverso accordi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni di stazione appaltante ai competenti uffici periferici del provveditorato interregionale per le opere pubbliche, agli Uffici speciali per la ricostruzione, ai comuni e alle diocesi.
L’Articolo 1 comma 58 LB autorizza l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale di avvalersi del supporto dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. per l’attuazione delle attività e delle misure della strategia nazionale di cyber- sicurezza. L’Articolo 1 comma 517 autorizza una spesa pari a 300.000 euro per l’anno 2024 in favore del comune di Vogogna per finanziare, nell’ambito di attuazione della Strategia nazionale per le aree interne, l’intervento di recupero dell’episodio di archeologia industriale della Bulloneria Morino di Vogogna anche mediante l’accordo di programma tra l’Università del Piemonte Orientale e il comune di Vogogna, beneficiario del presente provvedimento. Tra i rifinanziamenti, solo per il 2025, sono stati stanziati 500.000 euro per il Museo MAXXI di Roma percepirà e 400.000 euro per il Teatro Carlo Felice di Genova. Contestualmente viene ridotto di 400.000 euro a regime lo stanziamento iscritto sul piano di gestione relativo al Teatro dell’Opera di Roma e al Teatro alla Scala di Milano.
Che fine ha fatto l’indennità di discontinuità?
Non compare tra le voci della Legge di Bilancio la cosiddetta indennità di discontinuità a favore dei lavoratori dello spettacolo poiché già normata con Decreto Legislativo del 30 novembre 2023 n. 175. Dopo ben 78 audizioni parlamentari in Commissione congiunta Cultura e Lavoro, il D.Lgs. «Riordino e revisione degli ammortizzatori e delle indennità e per l’introduzione di un’indennità di discontinuità in favore dei lavoratori del settore dello spettacolo» è stato approvato dall’Esecutivo.
Partendo dagli interventi e dagli investimenti previsti da questa Manovra finanziaria, abbiamo chiesto a Alessandro Ferdinando Leon, Presidente e legale rappresentante di CLES S.r.l., qual è, secondo lui, l’impronta che questo governo intende dare al settore culturale e dove si poteva fare di più.
«La Manovra 2024 segue la grande riforma del Ministero della Cultura voluta dal Ministro Sangiuliano, la quale ha rallentato l’azione di governo (con la Legge 137 del 2023 il Ministero della Cultura, ha smantellato l’organizzazione per Direzioni Generali per fare ricorso al modello dei Dipartimenti n.d.r.). Seppur sembra difficile apprezzare il cambiamento e comprendere la direzione che Sangiuliano intende dare al suo mandato, possiamo dire che di certo non sia stata una finanziaria distruttiva: si è mantenuto per il momento lo stesso sistema, l’autonomia museale è stata ampliata, ci sono stati dei tagli, ma non una vera e propria rivoluzione. Questo potrebbe preannunciare una fase di transizione, ma è forse ancora presto capire dove si stia andando. Intanto, sono state cambiate “le teste” nelle posizioni apicali, un passaggio che si preannuncia a mio parere molto importante di cui vedremo gli effetti nel prossimo futuro».
Cosa si poteva fare di più? «Avrei voluto vedere maggiore spesa corrente anche al costo di una riduzione della spesa in conto capitale. Lo sguardo poi dovrebbe andare oltre al mondo della cultura tradizionale del patrimonio culturale, iniziando ad abbracciare in un’ottica sistemica anche a quello più ampio delle imprese culturali e creative. Ad oggi questo governo non ha agito, se non attraverso l’attuazione del PNRR, su vere e proprie politiche industriali di settore. Per ora non ci resta che aspettare, attendendo a tal proposito le prossime mosse del sottosegretario Gianmarco Mazzi per lo spettacolo dal vivo».