In Europa si é chiuso il calendario delle aste con le sessioni dedicate all’arte antica e ai dipinti classici, che fra il 6 e il 13 dicembre si è diviso fra le piazze di Londra e Parigi, coinvolgendo come sempre Sotheby’s e Christie’s ma anche la casa d’aste francese Tajan grazie alla riattribuzione di alcuni lavori. Il mercato si conferma sempre più concentrato su pochi dipinti dai ricavi milionari, mentre i lotti di fascia media di prezzo e dai nomi meno noti faticano a trovare compratori anche quando partono da stime conservative.
Inoltre, i ricavi complessivi di interi cataloghi faticano a raggiungere il prezzo di un solo lotto di arte del XX secolo o contemporanea.
Lorenzetti record da Tajan Paris
Le due tavole recentemente attribuite alla mano di Pietro Lorenzetti grazie al lavoro investigativo del Cabinet Turquin erano poste in vendita nel contesto dell’asta serale del 13 dicembre senza alcuna garanzia, contrariamente ai lotti milionari proposti dal duopolio inglese. Di Lorenzetti si conoscono solo poche decine di opere, e le due tavole a fondo oro trecentesche solo di recente sono state riconosciute come opera del Maestro. Non vi é stato bisogno di alcuna garanzia poiché entrambi i lotti hanno attirato rilanci protrattisi per diversi minuti fino a raggiungere risultati milionari ben al di sopra delle stime alte.
Il primo lotto, una tavola di circa 70 cm d’altezza in ottime condizioni raffigurante con ogni probabilità San Silvestro, è stato conteso da due collezionisti al telefono fino a superare agilmente la stima di 1,5-2 milioni di euro, per fermarsi a 2,4 milioni che con le commissioni divengono poco oltre 3 milioni di euro.
Ha dato soddisfazioni ancora più importanti in proporzione il lotto successivo di pari dimensione che si ritiene rappresenti Sant’Elena che, per ragioni di conservazione non ottimale, partiva da una stima piuttosto contenuta di 400-600mila euro; un terzetto di compratori, fra cui uno in sala, hanno spinto le offerte ben oltre la soglia del milione, fermandosi a 1.676.600 € con le commissioni.
Secondo quanto comunicato, il compratore di entrambe le opere per un totale di 4,7 milioni di euro, è un importante collezionista americano di arte contemporanea già noto cliente della casa d’aste parigina. Sarà pertanto interessante seguire l’atteggiamento delle autorità francesi in caso di eventuale richiesta di esportazione delle opere: lo Stato potrebbe infatti iniziare le procedure per comperarle per i propri musei, come è già avvenuto di recente con il lavoro il «Cristo deriso» di Cimabue, battuto dalla casa d’aste Actéon di Compiègne, finito al Louvre, acquistato per 24 milioni di euro.
A conferma della focalizzazione sul mercato di fascia alta, il catalogo generale comprendeva 85 lotti di cui solo 43 venduti, e nessun realizzo al di là delle tavole di Lorenzetti ha raggiunto la soglia dei 100mila euro.
Rembrandt riattribuito da Sotheby’s Londra
La difficoltà a reperire opere di qualità è stata evidente sin dal numero ridotto di lotti proposti nell’asta serale di Sotheby’s che ha inaugurato la settimana il 6 dicembre a Londra: solo 27 di cui 20 venduti per un ricavo complessivo che ha sfiorato i 20 milioni di sterline, entro le aspettative pre-asta. Ben 11 milioni di £ con le commissioni sono dovuti ad un solo lotto, l’«Adorazione dei Magi» di Rembrandt, un olio su pannello ‘en grisaille’ di dimensioni contenute che giungeva in asta protetto da una garanzia di parte terza dalla stima di 10-15 milioni di sterline, che con ogni probabilità è andato aggiudicato al garante. Nell’ottobre 2021 lo stesso dipinto aveva scatenato una gara di rilanci all’asta online di Christie’s Amsterdam, per finire aggiudicato a 860mila euro da una stima di 10-15mila €, sintomo del fatto che si puntava sull’attribuzione diretta al Maestro anziché al suo Circolo.