Nella mostra “Nervous Dust” Martin Maeller esamina questioni di identità, sensibilità e vulnerabilità e affronta il rapporto tra lutto privato e pubblico. Sviluppa le sue opere da ricordi personali, mitologia e cultura pop per esplorare esperienze collettive di perdita, processi di alienazione e ricerca di appartenenza. Nel suo lavoro artistico, Maeller intreccia la realtà con la finzione, rivelando non solo contraddizioni, ma anche confuse nozioni di convenzioni sociali e, a volte, riferendosi a persone che, in virtù della propria identità, si vedono disconnesse dal mondo. Le sue sculture funzionano come espressioni di strano dolore, traendo forma e contenuto da processi di commemorazione non conformi. Attraverso l’uso di materiali organici e industriali, e l’alterazione e la reinterpretazione di oggetti di uso quotidiano, collega cose che, a prima vista, sembrano non appartenere l’una all’altra. Le opere di Maeller appaiono lisce e ridotte; e allo stesso tempo sono anche intimi e intuitivi: i tubi di gomma termoretraibile ricordano rami senza vita, i vasi con elementi figurativi assomigliano a vasi di mummificazione, i cubi stampati in vetro acrilico evocano reliquiari.
Nella sua mostra, Maeller raccoglie mondi interiori ambivalenti – tra malinconia e repressione, affetto e cura – e, nel processo, fa emergere nuove forme di esperienza personale. Le sue opere sembrano frammenti di un cupo mondo di pensiero, come scenografie poetiche che contrastano con il mondo fisico. La mostra “Nervous Dust” apre prospettive alternative e pone l’accento su temi che esistono ai margini del discorso sociale.
Vincenzo Schier
a Kunstverein Gottinga
fino al 28 agosto 2022