Per quanto diversi e vari siano i mondi che compongono la nostra attuale realtà umana, sussistono in mezzo allo spreco e alla cacofonia che attraversano la corsa frenetica e distruttiva del capitalismo globale verso la produzione. Dall’inizio della modernità, il nostro pianeta ha subito successivi e rovinosi cambiamenti che hanno accelerato in modo allarmante dall’inizio del terzo millennio. Il luogo in cui siamo arrivati oggi non è un caso: è il risultato di formazioni storiche costruite nel corso dei secoli. In effetti, il mondo presente è così com’è perché porta tutte le ferite accumulate nella storia della modernità occidentale. Non riparati, continuano a perseguitare le nostre società.
In occasione della 12a Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino, artisti di tutto il mondo si confrontano con i lasciti della modernità e il conseguente stato di emergenza planetaria. Mappano il mondo con le sue rotture e contraddizioni, creano controtraiettorie alla narrativa coloniale e propongono strategie decoloniali per il futuro. Come si può plasmare un’ecologia decoloniale? Che ruolo possono svolgere i movimenti femministi non occidentali nella riappropriazione della storia? Come reinventare il dibattito sulla restituzione al di là della restituzione dei beni depredati? Il campo dell’emozione può essere recuperato attraverso l’arte?
12a Biennale di Berlino per l’Arte Contemporanea
fino al 18 settembre 2022