La guerra in Medio Oriente nel secondo semestre ha disorientato diversi compratori e rallentato vendite e consegne. È una fase guardinga con un’attenzione al contesto economico e politico internazionale: due durissimi e divisivi scontri bellici tengono il mondo col fiato sospeso e gli alti tassi d’interesse determinati dall’inflazione non sono un incentivo ai consumi, nonostante ciò il comparto d’asta dimostra una buona tenuta. Emerge dall’indagine che Arteconomy conduce a bilancio d’anno sul venduto delle case d’asta presenti in Italia. Quest’anno ha fotografato il giro d’affari (comprese le private sale per chi le fa, ad eccezione per Sotheby’s e Christie’s) di 23 società su 44 contattate: il primo semestre è stato più effervescente del secondo, regalando la maggior parte dei top lot. I valori aggiudicati sono cresciuti per 15 case d’asta. A doppia cifra per Art-Rite, Capitoliumart, Czerny’s, Finarte, Maison Bibelot. Mentre l’anno è stato in leggero calo per quattro player – Blindarte, Farsettiarte, Pandolfini, Ansuini 1860 aste – con contrazioni a doppia cifra per Christie’s, Colasanti, International Art Sale, Cambi, che attribuiscono la perdita di valore al difficile contesto macro economico.
Chi vince
Risale dalla quarta posizione del 2022 alla prima Aste Bolaffi grazie al dipartimento di Numismatica (primo assoluto con 9,1 milioni di € di vendite) e al buon andamento dell’arte moderna e contemporanea – dove troviamo il top lot di Boetti – e dei gioielli. Per 11 case il dipartimento a maggior aggiudicato è proprio quello di arte moderna e contemporanea. Sotheby’s ha venduto cinque opere oltre 1 milione (tre Fontana e due Morandi). Salvo ha inanellato ottimi prezzi un po’ dovunque, con una forte domanda anche dai mercati internazionali, molto richiesti i maestri di fine Ottocento e di tutto il Novecento da Medardo Rosso a Depero, da Savinio a Balla e Boccioni, da Morandi a Fontana, Schifano e agli artisti di Piazza del Popolo. Hanno sofferto, invece, Boetti e Scheggi. Ma ci sono anche sorprese come per il protagonista dell’espressionismo astratto rumeno Ion Tuculescu con il record da 134.400 € da Bertolami Fine Art. Nell’arte ci si focalizza su aree inedite come l’Est Europa e l’Africa e l’Oriente. Nell’ultra contemporaneo l’emergente Art-Rite ha messo a segno l’incremento più alto dell’analisi più che triplicando il giro d’affari (acquisita di Kruso Kapital spa, controllata del Gruppo Banca Sistema). A dimostrazione che in banca l’arte è un business che rende: 2.205.820 di aggiudicato d’asta (+84,24%) più altri 2.137.172 in trattativa privata (+197,45%). A far crescere il giro d’affari il servizio di art lending Art-Kredit e il grande interesse per il format 4-U new Arte Contemporanea dove sono state aggiudicate opere di Roccasalva, Pivi, Gennari e Fratino.
Settori sugli scudi
In gran recupero è l’antico – Sotheby’s dopo più di dieci anni è tornato con un incanto da 4,2 milioni di € –, settore a più alto aggiudicato per Wannenes, Bertolami Fine Art, Boetto e Babuino. «Nell’antico il valore culturale dell’opera, la sua qualità e lo stato di conservazione sono le discriminanti che più contano per il successo della vendita» spiega Sonia Farsetti, presidente dell’Associazione Nazionale Case d’Asta e del Gruppo Apollo, che ipotizza per l’Ottocento e il periodo a cavallo col Novecento un riallinearsi delle quotazioni ai valori storico artistici. Compito che hanno in serbo anche Pandolfini e Il Ponte con il cross collecting e la rivalutazione di Ida Donati ( allieva di Casorati). «Gli Old masters sono ora una vitale nicchia di mercato di respiro fortemente internazionale – conferma Giuseppe Bertolami, amministratore unico di Bertolami Fine Art –, che regala grandi soddisfazioni, fortissima attenzione alle opere delle donne: il nostro top lot è un piccolo rame attribuito ad Artemisia Gentileschi venduto a 311.150 €». Hanno rappresentato ancora un bene rifugio gioielli e orologi (sebbene questi ultimi in leggera flessione), settore a più alto giro d’affari per quattro case e secondo settore per moltissime società. I più richiesti sono le grandi maison come Cartier, Van Cleef & Arpels, Gianmaria Buccellati, Tiffany & Co., Janesich. Il design, primo settore per Cambi, ha in corso una leggera flessione.
La tecnologia poi rappresenta per Finarte, Pandolfini, Meeting Arte e Il Ponte una chiave di volta per migliorare le interazioni online con l’utenza. Rossella Novarini, direttrice de Il Ponte racconta che i report post-asta raggiungono vette di oltre 10mila letture digitali e 100mila visualizzazioni i cataloghi web. Insomma tantissimi gli acquirenti privati che si accostano direttamente a questo acquisto.
Previsioni
Intanto il mercato si sposta: dalla Russia all’Europa dell’Est e dalla Cina all’India e al Sud est asiatico, fermo restando che i paesi stranieri d’acquisto restano States, Francia e Regno Unito. Si moltiplicano i dipartimenti di filatelia, vini-distillati e fashion vintage (Art Rite), Comics (Capitoliumart) e si rafforzano gioielli e orologi e l’arte da tavola (Farsetti). Nel 2024 apriranno nuove sedi Finarte (torna in via dei Bossi), Il Ponte (via Medici del Vascello a Milano), Wannenes (Torino) e nuovi servizi come la consulenza legale da Bertolami. «Bisognerà attendere le prime aste dell’anno per capire se il “raffreddamento” percepito a dicembre è solo frutto del momento o se sarà il trend del 2024» conclude Angelo Martini. Secondo Pandolfini continuerà ad essere difficoltosa la reperibilità di opere di qualità elevata e, di conseguenza, i prezzi tenderanno a crescere. Non ci saranno variazioni per il mercato medio-basso, ove invece l’offerta è elevata e molto variegata.