“Mercy” è una mostra congiunta di Zlatko Kopljar e Luc Tuymans, organizzata come una sequenza di esposizioni condivise e separate che evidenziano l’iconoclastia e la complessità analitica di questi due artisti. La mostra giustappone il recente lavoro di animazione di Tuymans, in cui l’influente pittore ha continuamente ampliato l’ambito concettuale della sua pratica, con una selezione di opere create da Kopljar negli ultimi decenni, combinando performance, scultura, video e cinema sperimentale.
Il titolo “Misericordia” è una supplica. Presuppone un bisogno urgente e una mancanza fondamentale, situando la mostra come un effetto di perdita e distacco manifestato dall’opera di Kopljar K20 Vuoto (2015) e di Tuymans Scimmie (2021), che occupano la prima sala della mostra.
K20 Vuoto è costituito da due miniature in fusione di cemento raffiguranti gli edifici del Museum of Modern Art (MoMA) di New York e della Tate Modern di Londra. Riempiendo i due edifici di cemento per nascondere i loro spazi interni e l’arte che dovrebbero mostrare, K20 Vuoto modifica il museo, trasformandolo da luogo espositivo in materiale anonimo, codice impoverito. Nell’opera i musei riappaiono come souvenir, ricordi della storia. Miniaturizzando i due musei, l’opera significa il loro futuro come passato, un’immagine sia di commemorazione che di annientamento.
Sulla parete di fronte all’ingresso è appeso un gruppo di disegni di Tuymans utilizzati per il suo film d’animazione Scimmie. Nel film, una scimmia giocattolo meccanica che regge dei piatti si muove avanti e indietro all’interno di uno spazio oscuro tremolante prima di essere consumata dal fuoco nero. La disintegrazione di Scimmie nei suoi singoli fotogrammi segue la logica della pratica pittorica di Tuymans, che dissocia fotogrammi e registrazioni fotografiche per produrre manualmente immagini superflue, esauste, i cui cromatismi diluiti e la consistenza congelata le segnano come obsolete, una muta apparenza di un tempo e di un luogo irrecuperabili. L’interesse di Tuymans per le immagini frammentarie, oscurate e svuotate deriva dalla sua nozione radicale di rappresentazione storica e, in particolare, dal suo approccio all’argomento della seconda guerra mondiale, come già dimostrato in molti dei suoi primi dipinti seminali influenzati dall’assenza, il vuoto e l’indistinto che caratterizza la catastrofe per vie di negazione, sottolineandone criticamente la totale irrappresentabilità e l’inadeguatezza dell’evidenza visiva.
Le tragiche conseguenze della seconda guerra mondiale sono evocate nella mostra dalla proiezione di Kopljar K15 (2012). K15 è una rievocazione dello storico inginocchiarsi di Willy Brandt del 1970 davanti al monumento in onore delle vittime nel ghetto di Varsavia uccise dai nazisti. Il ruolo di Brandt, cancelliere della Repubblica Federale di Germania dal 1969 al 1974, è interpretato dallo stesso Kopljar, che viene visto vestito con l’abito bianco luminescente familiare dalle sue interpretazioni cinematografiche. Lo scenario originale è stato trasferito in un ambiente notturno, conferendo all’evento ricostruito un senso di sogno e fantasia. In relazione alla guerra in Ucraina che si svolge non molto lontano dalla Lituania e considerando la storia che la Lituania condivide con la Russia e l’Ucraina, K15La riflessione di Brandt sull’atto di pentimento di Brandt diventa un cupo resoconto della realtà odierna.
Proiettata sulla parete di fondo dell’ultima sala della mostra, l’animazione di Tuymans Resa (2017) può essere descritto come un cortometraggio di guerra. Inquadrando una scena notturna vista da lontano, mostra un guerriero navale che esce dal mare sventolando una bandiera bianca. Altri guerrieri poi si uniscono a lui e poco dopo vengono tutti abbattuti da colpi di arma da fuoco di una fonte invisibile fuori dall’inquadratura. Resa è basato su un trittico del 2014 di Tuymans che impiega fotogrammi di Un giro di sabbia, un film del 1968 su un ex ufficiale della marina britannica che gestisce un’attività di contrabbando di merci dall’Africa. Sebbene il suo materiale originale sia radicato nel colonialismo britannico, Resa avvolge l’identità dei rivali in lotta e le ragioni del loro conflitto, indicando la relatività e l’inconcludenza delle immagini proiettate e, in generale, il potenziale manipolativo delle immagini nella guerra dell’informazione.
in Galeria Vartai, Vilnius
fino al 27 gennaio 2023